1 Timoteo 2:1 Prima di tutto, dunque, esorto ad offrire suppliche, preghiere, intercessioni e ringraziamenti per tutti–

II.

(1) Esorto dunque.Ora Timoteo doveva iniziare a eseguire il grande incarico del suo maestro San Paolo – l’incarico che gli imponeva di insegnare a tutti gli uomini a riporre la loro intera, perfetta, fiducia nel Salvatore dei peccatori – istruendo la Chiesa di Efeso, in primo luogo, a pregare costantemente per ogni sorta e condizione di uomini. Le ingiunzioni dettagliate su come l’incarico doveva essere eseguito sono introdotte dalla particella greca oun, tradotta nella nostra versione con “perciò”; può essere parafrasata così: “Per eseguire il mio grande incarico, procedo con particolari dettagli; in primo luogo, che la congregazione offra preghiere per tutti.”

Suppliche, preghiere, intercessioni e ringraziamenti – Molti tentativi, alcuni dei quali non molto felici, sono stati fatti da grammatici e commentatori per distinguere tra questi termini, ognuno dei quali denota la preghiera. Nel complesso, si può ritenere che la parola greca tradotta “suppliche” significhi una richiesta di benefici particolari, ed è una forma speciale della parola più generale resa “preghiere”. La terza espressione nella versione inglese tradotta “intercessioni” suggerisce una comunione più stretta e più intima con Dio da parte di colui che prega. Parla di avvicinarsi a Dio, di entrare in un discorso libero e familiare con Lui. La parola greca suggerisce la preghiera nella sua forma più individuale, urgente. Il quarto termine, “rendere grazie”, esprime ciò che non dovrebbe mai mancare in nessuna delle nostre devozioni, la gratitudine per le misericordie passate. L’arcivescovo Trench osserva come questa peculiare forma di preghiera sussisterà in cielo quando, nella natura stessa delle cose, tutte le altre forme di preghiera saranno cessate nell’intera fruizione delle cose pregate, perché solo allora i redenti sapranno quanto devono al loro Signore. La parola eucaristia deriva dalla parola greca usata in questo luogo – eucharistia – poiché nella Santa Cena la Chiesa incarna il suo più alto atto di ringraziamento per i più alti benefici ricevuti.

Per tutti gli uomini – il professor Reynolds commenta bene la durezza del compito che ci viene assegnato qui – “È difficile per noi amare sempre tutti gli uomini, pensare a tutti gli uomini come ugualmente cari a Dio, o considerare tutti gli uomini come ugualmente capaci di essere benedetti. Timoteo, dopo aver letto questa lettera, probabilmente camminò lungo il colonnato di marmo del grande tempio di Artemide, o sentì il ronzio di circa ventimila greci asiatici ammassati nel vasto teatro per assistere al combattimento dei gladiatori, o incontrò una processione di Baccanti, o si voltò nella sinagoga dalla parte della Coresias e vide gli sguardi distolti, e sentì l’odio amaro di alcuni vecchi amici. Noi, con una certa conoscenza del mondo moderno, dobbiamo guardare negli “inferni” sulla terra; osservare i campi d’oro e i campi di battaglia; la caccia agli schiavi africani; le folle e i saloon di Pechino, Calcutta e Parigi; i monasteri del Tibet; e fare preghiere, suppliche, intercessioni e ringraziamenti, anche, a nome di tutti gli uomini. All’inizio del Vangelo, Timoteo ricevette questa tranquilla ingiunzione dall’apostolo Paolo. Ora la parola, una volta sussurrata, risuona come la voce di molte acque e potenti tuoni su tutta la Chiesa di Dio.”

Versetto 1. – Prima di tutto, che per quello, prima di tutto, A.V.; ringraziamenti per e rendere grazie. A.V. Esorto dunque. L’inserimento della particella di collegamento “dunque” indica che questa disposizione delle preghiere della Chiesa è una parte – come le parole che seguono, prima di tutto, indicano che è la prima parte – di quell’incarico o amministrazione che era ora affidata a Timoteo. Suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti (vedi la Preghiera per la Chiesa militante). Sorge naturalmente la questione se le prime parole qui usate – δεήσις προσευχάς, e ἐντεύξεις – abbiano un qualche significato distintivo, o siano semplicemente accumulate, come i sinonimi nei documenti legali, o varie frasi nei discorsi retorici, per assicurare completezza e aggiungere forza. E’ contro la nozione di qualsiasi significato distintivo che li riguarda che nessuna distinzione può essere supportata dall’uso effettivo. In Filippesi 4:6 due delle parole (προσευχή e δέησις) sono usate insieme come qui con εὐχαριστία, senza apparente differenza, essendo entrambe il modo di far conoscere le loro richieste a Dio (così anche Efesini 6:18 e 1 Timoteo 5:5). Ancora, nelle antiche liturgie, le parole δεέσθαι e προσεύχεσθαι sono costantemente usate per la stessa preghiera. Si può, tuttavia, forse dire che ogni δέησις è una προσευχή, sebbene ogni προσευχή non sia una δέησις. La δέησις è una “petizione” – un distinto chiedere qualcosa a Dio, cosa che una προσευχή non deve necessariamente essere. Può essere semplicemente un atto di adorazione, di confessione, di recita delle misericordie di Dio, e così via. Così per quanto riguarda l’ἐντεύξεις, qui reso “intercessioni”. Non c’è nulla nell’etimologia o nell’uso di questa parola, che ricorre altrove nel Nuovo Testamento solo in 1 Timoteo 4:5, per limitarne il significato a “intercessione”. Né ha questo significato nel passo in cui ricorre nella Liturgia di San Clemente, vicino alla chiusura, dove Dio si rivolge come Ὁ καὶ τῶν σιωπώντων ἐπιστάμενος τὰς ἐντεύξεις, “Che comprendi le suppliche anche di coloro che sono silenziosi.” In 2 Macc. 4:8 e Diod. Sic., 16:55 sembra significare “una richiesta preferita in un colloquio personale”, che è un’estensione del suo significato comune nel greco classico di “accesso”, “un colloquio”, “rapporto sociale”, o simili. Ma quando ci rivolgiamo all’uso del verbo ἐντυγχάνω nel Nuovo Testamento, ci sembra di avere l’idea di “intercessione”. Αντυγχάνειν è andare da qualcuno per chiedergli di agire contro o in favore di qualche terzo (vedi Atti 25:24; Romani 11:2; Romani 8:27, 28, 34; Ebrei 7:25); e così Crisostomo (citato in Steph, ‘Thesaur.’) spiega ἐντυχία come l’azione di uno che chiede a Dio di vendicarlo di coloro che gli hanno fatto un torto. Così che forse “intercessioni” è, nel complesso, la migliore interpretazione qui, anche se imperfetta; e comprenderebbe le preghiere per l’imperatore, per la Chiesa, per i malati, i viaggiatori, gli schiavi, i prigionieri, ecc., per i vescovi, il clero e i laici, ecc. e preghiere come “Allontana da noi ogni trama (ἐπιβουλήν) di uomini malvagi” (Liturgia di San Marco).

Commenti paralleli …

Lexicon

Primo
πρῶτον (prōton)
Avverbio – Superlativo
Strong’s Greek 4412: Prima, al primo posto, prima, in precedenza. Neuter di protos come avverbio; in primo luogo.
di tutti,
πάντων (pantōn)
Aggettivo – Genitivo neutro plurale
Greco forte 3956: Tutto, il tutto, ogni tipo di. Comprese tutte le forme di declinazione; apparentemente una parola primaria; tutto, qualsiasi, ogni, il tutto.
allora,
οὖν (oun)
Congiunzione
Greco Forte 3767: Perciò, allora. Apparentemente una parola primaria; certamente, o di conseguenza.
Sollecito che
Παρακαλῶ (Parakalō)
Verbo – Presente Indicativo Attivo – 1a Persona Singolare
Greco forte 3870: Da para e kaleo; chiamare vicino, cioè invitare, invocare.
Petizioni,
δεήσεις (deēseis)
Nome – Accusativo Femminile Plurale
Greco di Strong 1162: Supplica, preghiera, supplica. Da deomai; una supplica.
preghiere,
προσευχάς (proseuchas)
Noun – Accusativo Femminile Plurale
Greco Forte 4335: Da proseuchomai; preghiera; per implicazione, un oratorio.
intercessioni,
ἐντεύξεις (enteuxeis)
Nome – Accusativo Femminile Plurale
Greco di Strong 1783: Da entugchano; un colloquio, cioè una supplica.
ringraziamento
εὐχαριστίας (eucharistias)
Nome – Accusativo Femminile Plurale
Greco di Strong 2169: Gratitudine, riconoscenza; rendere grazie, ringraziamento. Da eucharistos; gratitudine; attivamente, linguaggio grato.
essere offerto
ποιεῖσθαι (poieisthai)
Verbo – Infinito presente medio o passivo
Greco di Strong 4160: (a) faccio, fabbrico, costruisco, (b) faccio, agisco, causo. Apparentemente una forma prolungata di un primario obsoleto; fare o fare.
per conto di
ὑπὲρ (iper)
Preposizione
Greco Forte 5228: Gen: in nome di; acc: sopra.
tutti
πάντων (pantōn)
Aggettivo – Genitivo Maschile Plurale
Greco Forte 3956: Tutto, il tutto, ogni tipo di. Comprese tutte le forme di declinazione; apparentemente una parola primaria; tutto, qualsiasi, ogni, il tutto.
men
ἀνθρώπων (anthrōpōn)
Noun – Genitive Masculine Plural
Strong’s Greek 444: A man, one of the human race. Da aner e ops; faccia da uomo, cioè un essere umano.

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