Ho partecipato al corso di ecografia, dove Pete Mantis ci ha detto che non ci lascerà fare le prove pratiche finché non riconosceremo gli artefatti nelle immagini che ci ha mostrato durante le lezioni. Avere familiarità con gli artefatti più comuni, che si incontrano in qualche misura durante ogni esame ecografico, è molto importante per evitare errori di interpretazione, perché possono oscurare l’anatomia normale o la malattia, o possono essere male interpretati come patologia. D’altra parte, alcuni artefatti possono aiutarci a fare la diagnosi.
Gli artefatti sono tutte le alterazioni dell’immagine che non rappresentano un’immagine reale dell’area esaminata. Possono essere prodotti da errori tecnici di imaging o risultare dall’interazione complessa degli ultrasuoni con i tessuti biologici.
REVERBERAZIONE
Gli artefatti di riverberazione appaiono come una serie di linee equidistanti. Sono prodotti da un fascio di ultrasuoni che rimbalza ripetutamente tra due interfacce altamente riflettenti o tra il trasduttore e un forte riflettore. Possono oscurare le strutture profonde, ma possono anche essere utili quando vengono rilevati in luoghi inaspettati.
Gli artefatti di ripetizione sono prodotti ogni volta che l’impulso dell’onda sonora ritorna al trasduttore dopo aver colpito una superficie riflettente (come gas, osso o metallo, soprattutto se questa interfaccia è vicino al trasduttore). Questa eco è in parte catturata dalla sonda, producendo una linea iperecoica. La superficie della sonda rifletterà l’eco ad alta intensità e la invierà avanti e indietro, producendo diverse linee iperecoiche equidistanti, ognuna più profonda. Il numero di immagini di riverbero dipende dal potere di penetrazione del fascio e dalla sensibilità della sonda.
Gli artefatti di coda di cometa possono essere visti con bolle di gas nell’intestino, che formano strati sottili, separati da liquido; le onde rimbalzano tra gli strati, risultando in molti echi che ritornano alla sonda a intervalli irregolari, facendo una scia di piccoli echi discreti, strettamente distanziati, molto luminosi, simili alla coda di una cometa. Questo artefatto può anche essere causato da palline metalliche, clip chirurgiche o un ago da biopsia.
MIRRORIMAGE
Un’interfaccia fortemente riflettente, liscia e curva (= specchio) può riflettere il suono distalmente invece di restituirlo al trasduttore. Gli oggetti all’interno della direzione del fascio riflettono il fascio sonoro verso lo specchio e da lì verso il trasduttore. Il percorso degli echi riflessi è più lungo e poiché la macchina a ultrasuoni non prevede tale rifrazione del fascio (presuppone che gli impulsi e gli echi viaggiano in linea retta), pone l’immagine speculare in una posizione più profonda lungo l’asse del fascio. Questo può portare a un’errata interpretazione della posizione di un organo o struttura.
Un esempio di “specchio” è il diaframma, che è altamente riflettente a causa del polmone pieno d’aria dietro di esso. Sulle immagini ad ultrasuoni, il fegato e la cistifellea possono sembrare essere craniali al diaframma nella cavità toracica. È importante riconoscere questo artefatto per evitare di diagnosticare erroneamente la rottura diaframmatica o il consolidamento polmonare. Questo artefatto non si verificherà in presenza di versamento pleurico.
ACOUSTICSHADOWING
Shadowing è creato dall’assorbimento o dalla riflessione quasi completa del fascio sonoro alla struttura di alta attenuazione. Se il suono viene riflesso (in caso di interfaccia softtissue-gas), l’area sotto la struttura appare disomogenea (dirtyshadowing) a causa di riflessioni multiple o riverberi. Se una porzione significativa del fascio di ultrasuoni viene assorbita e le riverberazioni sono assenti (con interfaccia tessuti molli-osso o calcoli), questo si traduce in un’ombra scarsamente ecoica o anecoica (pulita). Shadowing può oscurare le strutture più profonde, ma è anche utile per identificare i calcoli all’interno del tratto urinario.
Edgeshadowing può apparire come zone d’ombra acustica distale ai margini laterali delle strutture ricurve piene di fluido (ad esempio, cisti, vescica, cisti, reni, ghiandole surrenali). Le onde sonore che penetrano il bordo di una struttura possono essere rifratte, producendo una zona anecoica alineare o triangolare sotto i bordi laterali della struttura.
ACOUSTICENHANCEMENT
Acousticenhancement è un aumento localizzato dell’ampiezza dell’eco distale a una struttura di attenuazione del flusso, visto come un’area di maggiore luminosità. Quando le onde sonore passano attraverso una struttura poco attenuante che permette loro un facile passaggio, non c’è riflessione del tessuto e un’area di aumento artefatto dell’ecogenicità è prodotta proprio sotto la struttura perché più onde sonore sono presenti in questa zona rispetto ai tessuti alla stessa profondità intorno. È tipicamente visto con strutture riempite di fluido in uno sfondo di tessuto molle (ad esempio, cistifellea, cisti epatica). L’aumento acustico può aiutare a differenziare le strutture piene di fluido dalle masse solide e ipoecogene.
SICUREZZA DEL FASCIO/ampiezza del fascio
Il fascio di ultrasuoni non è ugualmente largo ovunque. Quando esce dalla sonda, la sua larghezza è simile a quella della sonda, poi diventa più stretta nella zona focale e si allarga di nuovo più in profondità. Quando una parte più ampia del fascio include parte di una struttura cistica e i suoi tessuti circostanti, gli echi dal tessuto sono erroneamente visualizzati all’interno della struttura cistica (vescica, cistifellea), imitando la presenza di sedimenti (pseudo-fango). Gli echi scompaiono se l’intera larghezza del fascio è all’interno della struttura cistica, di conseguenza posizionare una zona focale riduce questo artefatto.
LITTERATURA
Barr F.,Gaschen L.: BSAVA Manual of Canine and Feline Ultrasonography. BSAVA, 2011
PenninckD., d’Anjou M.: Atlas of Small Animal Ultrasonography, 2nd Ed. WileyBlackwell, 2015
Mattoon J.S., Nyland T. G.: Small Animal Diagnostic Ultrasound, 3rd Ed.Saunders Elsevier, 2015