L’omicidio è un fatto freddo e duro. Una truffa, lunga o breve, è più una – suggestione. È aperto all’interpretazione. Si potrebbe sostenere che è l’analogia migliore per un’epoca di incertezza dilagante e di verità alternative.
Per rafforzare l’argomento, si potrebbe sottolineare l’arrivo di cinque nuove serie televisive sugli artisti della truffa nell’ultimo anno, tutte di interesse e valore di intrattenimento superiori alla media.
“The Catch” su ABC, “Good Behavior” su TNT, “Imposters” su Bravo, “Shut Eye” su Hulu e “Sneaky Pete” su Amazon meritavano tutte più attenzione di quanta ne abbiano ricevuta, e meritano un’abbuffata ora. Questo sarebbe particolarmente opportuno per “The Catch”, che inizia la sua seconda stagione giovedì sera. (Se si volesse andare all’estremo, si potrebbe anche recuperare tutti e cinque – si tratta solo di 45 episodi.)
Le storie degli artisti della truffa forniscono una cornice ideale per una storia d’amore problematica, con il loro focus naturale sulla doppiezza e la domanda se ci si può fidare di qualcuno nel lungo periodo. E tutti e cinque questi spettacoli fanno il collegamento con l’amore, “The Catch” e “Imposters” in modo più centrale. Funzionano bene anche come veicolo per i segreti e la competizione bollente del dramma familiare, in mostra soprattutto in “Good Behavior” e “Sneaky Pete”.