Condizione di non scivolamento

Come la maggior parte delle approssimazioni ingegneristiche, la condizione di non scivolamento non è sempre valida nella realtà. Per esempio, a pressioni molto basse (per esempio ad alta quota), anche quando l’approssimazione del continuo tiene ancora, ci possono essere così poche molecole vicino alla superficie che “rimbalzano” lungo la superficie. Un’approssimazione comune per lo scorrimento del fluido è:

u – u Wall = β ∂ u ∂ n {displaystyle u-u_{\testo{Wall}}=\beta {\frac {\parziale u}{\parziale n}}

{displaystyle u-u_{{testo{Parete}}=\frac {\frac {\parziale u}{\parziale n}}

dove n {\displaystyle n}

n

è la coordinata normale alla parete e β {displaystyle \beta }

\beta

è chiamata lunghezza di scorrimento. Per un gas ideale, la lunghezza di scorrimento è spesso approssimata come β ≈ 1.15 ℓ {displaystyle \beta \approx 1.15\ell }

 \beta \approssimativamente 1.15\ell

, dove ℓ {displaystyle \ell }

 ell

è il percorso libero medio. Alcune superfici altamente idrofobiche sono state anche osservate avere una lunghezza di scorrimento non nulla ma su scala nanometrica.

Mentre la condizione di assenza di slittamento è usata quasi universalmente nella modellazione dei flussi viscosi, a volte è trascurata in favore della “condizione di assenza di penetrazione” (dove la velocità del fluido normale alla parete è impostata sulla velocità della parete in questa direzione, ma la velocità del fluido parallela alla parete non è limitata) nelle analisi elementari dei flussi inviscidi, dove l’effetto degli strati limite è trascurato.

La condizione di non scorrimento pone un problema nella teoria del flusso viscoso alle linee di contatto: luoghi dove un’interfaccia tra due fluidi incontra un confine solido. Qui, la condizione di no-slip implica che la posizione della linea di contatto non si muova, cosa che non si osserva nella realtà. L’analisi di una linea di contatto in movimento con la condizione di non scorrimento risulta in sollecitazioni infinite che non possono essere integrate. Si ritiene che la velocità di movimento della linea di contatto dipenda dall’angolo che la linea di contatto fa con il confine solido, ma il meccanismo dietro a questo non è ancora pienamente compreso.

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