Gwendolyn B. Bennett (1902-1981)

    Gwendolyn B. Bennett (1902-1981)

    Contributing Editor: Walter C. Daniel

    Quasi sempre trascurata nelle discussioni sull’Harlem Renaissance, Gwendolyn Bennett fu, tuttavia, una parte significativa del più importante movimento artistico della storia afro-americana. Ricordata soprattutto per “TheEbony Flute”, una rubrica regolare apparsa su Opportunity che raccontava gli sforzi creativi di scrittori, pittori, scultori, attori e musicisti che fecero di Harlem il centro di una profonda fioritura culturale, Bennett fu anche una poetessa e scrittrice di racconti di notevole abilità. “ToUsward”, per esempio, una poesia dedicata a Jessie Fauset in onore della pubblicazione del suo romanzo There Is Confusion, celebra il senso di potere appena scoperto che permeava la comunità di Harlem – una comunità immaginata come un coro di voci individuali al tempo stesso consapevoli di una ricca eredità culturale africana e pronte a cantare “Before theurgency of youth’s behest!”

    Più tipica della voce lirica di Bennett è la profondamente personale “Hatred”. Sebbene la motivazione dell’odio non sia esplicitamente rivelata, la tragica storia della schiavitù è una presenza appena celata nella poesia, che affiora in superficie quando l’oratore invoca la memoria come agente per comprendere il suo odio. Non dichiarata, naturalmente, è la speranza che la memoria assicuri anche che la ferocia passata non si ripeta più. Dei suoi due racconti, il pezzo più popolarmente antologizzato è “Wedding Day”, un lavoro apparso nell’unico numero di Fire!!, un periodico radicale del 1926 lanciato da Langston Hughes, Zora Neale Hurston e Wallace Thurman con l’intento dichiarato di “bruciare un sacco di vecchie e morte idee convenzionali bianco-nere del passato”, per confermare l’espressione popolare “più nero è il frutto, più dolce è il succo”.”Il racconto di Paul Watson, un nero americano che pensava ingiustamente di poter sfuggire al pregiudizio negli Stati Uniti vivendo come espatriato in Francia, “Wedding Day” assume una qualità simile a una nenia quando racconta la resistenza stoica richiesta ai neri nel far fronte a situazioni contraddittorie e assurde anche in un’Europa post Prima Guerra Mondiale che molti di loro hanno contribuito a liberare.

    Anche se il suo lavoro non fu mai raccolto in un unico volume, la poesia e la prosa della Bennett furono comunque incluse nelle principali antologie del periodo, come Caroling Dusk di Countee Cullen (1924), The New Negro di Alain Locke (1925) e Yearbook of American Poetry di William Stanley Braithwaite (1927). Ammirata per il suo lavoro artistico su cinque copertine di Opportunity e due copertine di Crisis, lodata per la sua “profondità e comprensione” delle sfumature dei personaggi nei suoi racconti dal drammaturgo Theodore Ward, fu, nelle parole di James Weldon Johnson, una “figura dinamica” il cui talento più acuto risiedeva nel comporre “liriche delicate e struggenti.”

    Questioni per la lettura e la discussione/ Approcci alla scrittura

    1. Perché l’autore ha coniato il neologismo “usward” come parte del titolo della poesia “To Usward?”

    2. Nella cultura cinese, qual è il significato dei vasi di zenzero?

    3. Nella poesia “Advice”, la scelta della parola sophistis di Bennett è significativa. Commenta l’etimologia e le circostanze storiche che circondano il primo uso di questa parola.

    4. Discuti l’importanza di Alexander Dumas come figura letteraria.

    5. La poesia “Heritage” è incentrata su un distinto desiderio per l’Africa. Perché i poeti di questo periodo hanno sottolineato tale tema?

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