La felicità è un processo, non una destinazione

di Jordan Coin Jackson

Hai mai letto uno di quegli articoli su “I segreti della felicità” o “10 consigli per trovare la felicità”? La maggior parte di essi recita come segue:

  1. Cos’è per te la felicità?
  2. Stare intorno a persone che ti fanno sorridere.
  3. Accetta le cose belle della vita!
  4. Siiiii apre al cambiamento.

Ecc.

Questi consigli sono buoni – se non ottimi se si capisce cosa sia effettivamente la felicità.

La felicità non è uno stato mentale.

Non ci si sveglia alle 6:45 del mattino combattendo il traffico sotto la pioggia felici. Non importa quanto sia bella l’auto che guidi o quanto ami il tuo lavoro, 9 volte su 10 quell’idiota nel camion che ti ha appena tagliato la strada ti farà incazzare. E questo va bene. Questa è la cosa che penso sia importante notare quando si cerca di vivere una vita più felice. Va bene sentire qualcosa di diverso dalla felicità.

Il vero tesoro di capire cos’è la felicità è che si smette di inseguire qualche filosofia esoterica che si deve raggiungere ogni mattina quando si fa la doccia. Semplicemente vivi la tua vita e lentamente strisci verso di essa come tutti noi.

Ci muoviamo verso di essa insieme e sempre mentre continuiamo il nostro viaggio nella vita.

Ecco l’inizio estratto da The Good Life and the Fully Functioning Person (1953) che mi ha ispirato a scrivere questo!

Sono giunto gradualmente ad una conclusione negativa sulla buona vita. Mi sembra che la vita buona non sia uno stato fisso. Non è, secondo me, uno stato di virtù, o di appagamento, o di nirvana, o di felicità. Non è una condizione in cui l’individuo è regolato o realizzato o attualizzato. Per usare termini psicologici, non è uno stato di riduzione delle pulsioni, o di riduzione della tensione, o di omeostasi.

La vita buona è un processo, non uno stato dell’essere.
È una direzione, non una destinazione.
La direzione che costituisce la vita buona è quella che viene scelta dall’organismo totale, quando esiste la libertà psicologica di muoversi in qualsiasi direzione.
Questa direzione selezionata dall’organismo sembra avere certe qualità distinguibili che sembrano essere le stesse in una grande varietà di individui unici.

La vita buona, dal punto di vista della mia esperienza, è il processo di movimento in una direzione che l’organismo umano seleziona quando è interiormente libero di muoversi in qualsiasi direzione, e le qualità generali di questa direzione selezionata sembrano avere una certa universalità.

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