Le 100 più grandi canzoni rock del secolo… finora

Benvenuti alla nostra epica rassegna delle più grandi canzoni del secolo… finora! Le regole sono semplici:

  1. Solo una canzone per gruppo/artista. Sì, sappiamo che ci sono alcuni che hanno scritto più di una grande canzone negli ultimi 20 anni, ma vogliamo dare a tutti una possibilità. Per favore tenete a mente che se un membro della band emerge in una band diversa, va bene. O se appare come progetto solista, va bene anche quello.
  2. Deve spaccare. Probabilmente non c’è bisogno di dirlo, ma lo faremo lo stesso. Stiamo guardando le canzoni che hanno scosso il secolo finora, sia classici non cantati che megahit da classifica, quindi aspettatevi l’inaspettato e l’atteso.
  3. Giustificati. Perché dovrebbe interessarti? Beh, stiamo per dirtelo.

I risultati? Alcuni sono di icone del rock classico di ritorno, mentre altri sono il lavoro di volti nuovi. Alcuni degli artisti in questa lista non ci sono più, ma molti vanno ancora forte. Quindi cosa stai aspettando? Tuffati.

Alt

The Urban Voodoo Machine – Goodbye To Another Year

Nel 2010, questo collettivo di sbandati, miscredenti e incantatori di serpenti è entrato nelle nostre vite e le ha rese più rumorose, più dissolute e molto più divertenti. Questo brano di spicco, una miscela inebriante di blues da discarica, punk gitano, corni mariachi, batteria stompy e i migliori tempi, era un vibrante riassunto di tutto ciò che gli Urban Voodoo Machine rappresentavano.

Da: In Black ‘N’ Red, 2010

Magnum – Live ‘Til You Die

Da quando si sono riuniti inaspettatamente nel 2001, i Magnum hanno goduto di un inaspettato crepuscolo anni viola. L’apertura del loro diciottesimo album in studio è stata annunciata da una tastiera florida, il frontman Bob Catley ha poi cinguettato con entusiasmo, e gli intramontabili Midlanders si sono messi al lavoro con una vivace, colorata e super-umoristica fetta di pomp-rock che ha tenuto testa ai dischi dei Magnum degli anni 80.

Da: Escape From The Shadow Garden, 2014

The Killers – Mr Brightside

“Fanculo, quella non era una canzone rock!” qualcuno potrebbe lamentarsi. Oh, ma lo era, anche se con il tipo di melodia e testo che tutte le band sognano di avere in testa, di cantare in un club anche quando si è ciechi e ubriachi. In una lista delle canzoni più streammate del 2019, dominata da giovani star pop e urbane, il trainante singolo di debutto alt. rock dei rocker di Las Vegas The Killers era tra i primi 20. Ad oggi è il singolo più longevo nella storia del Regno Unito. Non è poco.

Da: Hot Fuss, 2004

Sheryl Crow – Soak Up The Sun

Chiunque pensi che Sheryl Crow fosse solo una storia di successo degli anni 90 ha ragione solo a metà. È vero, quello è stato il decennio in cui la star del rock-come-country-come-pop ha sfornato All I Wanna Do, If It Makes You Happy e altri singoli, ma la sua onda degli anni ’90 ha avuto anche alcuni momenti magici, il migliore dei quali è stato Soak Up The Sun. In parte un inno pop-rock di classe da surfista, in parte una ballata americana in levare, era un tonico dolce per chiunque avesse bisogno di una pausa dal nu metal che bussa alla porta di tutti.

Da: C’mon, C’mon, 2002

R.E.M. – Bad Day

Potrebbe essere stato nel cassetto delle ‘idee abbandonate’ dei R.E.M. per quasi 20 anni quando fece il suo debutto nel 2003, ma Bad Day dimostrò che erano ancora i re del pop intelligente, delle chitarre jangly Byrdsiane e dei testi scioglilingua. Come una delle due nuove canzoni presuntuosamente incluse in una compilation ‘Best Of’, meritava il suo posto.

Da: In Time: The Best Of R.E.M. 1988-2003, 2003

Von Hertzen Brothers – New Day Rising

Per certi versi un’anomalia nel più ampio catalogo dei Von Hertzen Brothers (il resto dei loro dischi è stato in gran parte più progressivo), questo è stato il momento Foo Fighters dei fratelli finlandesi. Avendo gettato tutte le loro risorse ed energie nel loro sesto album in studio, sono emersi con un legittimo inno rock pronto per l’arena che è rimasto nelle nostre teste e playlist da allora.

Da: New Day Rising, 2015

Steven Wilson – The Raven That Refused To Sing

Ha già dimostrato il suo coraggio post-Porcupine Tree con i suoi due album precedenti, ma è stato il suo terzo – e questa traccia in particolare – che ha fatto sì che il mondo si accorgesse davvero di Steven Wilson come solista. Dato questo squisito capolavoro down-tempo con una qualità narrativa oscura ma tenera, non è difficile capire il perché.

Da: The Raven That Refused To Sing (And Other Stories), 2013

Mastodon – Curl Of The Burl

Una delle band metal più interessanti e di successo al mondo, i Mastodon hanno portato un groove alla QOTSA con questo pezzo forte dell’album The Hunter. Dopo Crack The Skye (un disco tentacolare che trattava di viaggi astrali, teoria dei wormhole, Rasputin e il suicidio della sorella del loro batterista Brann Dailor) era una dichiarazione di intenti.

Da: The Hunter, 2011

Ginger Wildheart – Time

Dire che Ginger Wildheart è stato un uomo impegnato dal 2000 sarebbe un eufemismo. Con The Wildhearts messi a letto (o almeno così sembrava), ha riversato la sua capacità per le melodie rock on-the-money in 10 album in studio da solista – più i singoli, le collaborazioni dal vivo e le compilation, tutti dal 2005. Ma tale quantità non significava rendimenti diminuiti, come Time ha dimostrato con sublime facilità, grinta e dolcezza.

Da: 555%, 2012

Ian Hunter – When The World Was Round

Ian Hunter se n’è uscito con una delle sue migliori canzoni pop di sempre per lamentarsi del puro sovraccarico mediatico che sempre più ci inghiotte nell’era moderna, usando la metafora del mondo rotondo per l’era passata pre-internet in cui guardavamo o ascoltavamo le notizie e leggevamo i giornali e ci facevamo un’idea di cosa stesse succedendo e perché. In questi giorni di pandemia le parole “ci sono troppe informazioni ma non abbastanza per andare avanti” forse ora hanno una risonanza aggiuntiva.

Da: Shrunken Heads, 2007

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