Q, diciassettesima lettera dell’alfabeto moderno. Corrisponde al semitico koph, che potrebbe derivare da un segno precedente che rappresenta la cruna di un ago, e al greco koppa. La forma della maiuscola è stata praticamente identica in tutta la sua storia conosciuta.
Nella forma trovata sulla pietra moabita, il tratto verticale si estendeva fino alla cima dell’anello, e lo stesso è il caso di una forma antica dell’isola di Thera. La forma etrusca era identica a quella greca. L’alfabeto latino aveva due forme, l’ultima delle quali assomigliava alla moderna Q.
Nella forma minuscola il tratto veniva spostato sul lato destro della lettera a causa della velocità di scrittura. Questo produsse una forma corsiva simile alla q moderna nel VI secolo ce. Anche la scrittura unciale aveva una forma simile alla q, e la forma carolingia era praticamente identica. In semitico il suono rappresentato dalla lettera era un gutturale senza voce pronunciato più indietro di quello rappresentato dalla lettera kaph. In greco la lettera era largamente ridondante, e nell’alfabeto orientale fu interamente sostituita da kappa (Κ).
Nell’alfabeto calcidese, tuttavia, rimase e si diffuse da lì, probabilmente attraverso l’etrusco, nell’alfabeto latino, dove fu usata solo con una u seguente, la combinazione che rappresenta il suono labiovelare non pronunciato in parole come quaestor. La combinazione di queste due lettere resiste fino ad oggi, e nell’inglese moderno q non è usato se non seguito da u, anche se, in parole come oblique, il suono è un velare semplice e non un labiovelare. La posizione più usuale del suono è iniziale in parole come queen e quick. La lettera è usata a parte la u solo raramente in parole di origine straniera, soprattutto per rappresentare un gutturale semitico, come in Qatar o Iraq.
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