La pressione alta (BP), una volta creduto di rappresentare una componente normale e progressiva del processo di invecchiamento, è ora riconosciuto come una manifestazione di anomalie strutturali e fisiologiche della funzione arteriosa. Esistono due fenotipi nel paziente anziano: elevata pressione sanguigna sistolica (SBP) e diastolica (DBP) con una normale pressione del polso (PP), ed elevata SBP con un aumento della PP. SBP elevata e PP aumentata aumentano indiscutibilmente il rischio di eventi cardiovascolari fatali e non fatali, tra cui ictus, infarto miocardico e insufficienza cardiaca. L’ipertensione sistolica isolata, definita come una SBP ≥140 mm Hg con una DBP inferiore a 90 mm Hg, colpisce la maggior parte degli individui di 60 anni e più. Una serie di studi clinici ha chiaramente dimostrato che il trattamento dell’ipertensione riduce significativamente il tasso di eventi cardiovascolari nei pazienti anziani. Tuttavia, continua la controversia sulla scelta degli agenti antipertensivi e sulle combinazioni di agenti. È appropriato e necessario trattare i pazienti anziani ipertesi in modo aggressivo agli stessi target di pressione identificati per i pazienti più giovani. È anche appropriato iniziare il trattamento con dosi più basse di agenti antipertensivi e abbassare la pressione più lentamente, monitorando l’ipotensione ortostatica, la cognizione compromessa e le anomalie elettrolitiche.
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