Sono nato in una grande famiglia a metà degli anni 50, a Belfast, nel Maine. La mia famiglia possedeva e gestiva tre aziende agricole durante la mia infanzia, e tutta la famiglia lavorava in queste aziende. Sono questi anni formativi, questa famiglia, quelle fattorie e quel modo di vivere che fanno da sfondo ai racconti di Memories of Shucking Peas. Dopo il liceo, ho lasciato la fattoria e mi sono cimentato in molte cose, dal lavorare nelle fabbriche di polli a Belfast al diventare un broker di borsa autorizzato, insieme a molte altre incarnazioni. Con questo approccio “jack of all trades, master of none”, ho sperimentato molte prospettive diverse nella vita e ognuna di esse ha la sua storia da raccontare.
Raccontare storie è una forma d’arte che sta scomparendo con ogni generazione e una che ho a cuore dai miei anni d’infanzia quando i miei anziani filavano storie che non invecchiavano mai alle mie orecchie e stimolavano sempre la mia immaginazione iperattiva. È diventata la mia missione nella vita essere quel narratore della mia generazione.
Essere un mainer di sedicesima generazione, mi è stato detto, mi rende un nativo qualificato. Anche se ho scambiato la salopette della fattoria e ora vivo nella “grande città” di Bangor, ho a cuore le mie radici di contadino e vivrò sempre nel mio amato Maine. Ho la fortuna di avere ancora quella grande e amorevole famiglia, la maggior parte della quale continua a vivere e lavorare nelle vicinanze delle fattorie in cui sono cresciuto, che comprende i miei tre figli adulti e, al momento, tre nipoti, che spudoratamente vizio terribilmente.