Da prove indirette, la scytale fu menzionata per la prima volta dal poeta greco Archilochus, vissuto nel VII secolo a.C. Anche altri scrittori greci e romani nei secoli successivi la menzionarono, ma non fu fino ad Apollonio di Rodi (metà del III secolo a.C.) che apparve una chiara indicazione del suo uso come dispositivo crittografico. Una descrizione del suo funzionamento non è nota da prima di Plutarco (50-120 d.C.):
Il rotolo di spedizione è del seguente carattere. Quando gli efori inviano un ammiraglio o un generale, fanno due pezzi rotondi di legno esattamente uguali in lunghezza e spessore, in modo che ognuno corrisponda all’altro nelle sue dimensioni, e ne tengono uno per sé, mentre danno l’altro al loro inviato. Questi pezzi di legno li chiamano scytalae. Ogni volta che desiderano inviare un messaggio segreto e importante, fanno un rotolo di pergamena lungo e stretto, come una cinghia di cuoio, e lo avvolgono intorno alla loro falce, senza lasciare alcuno spazio libero, ma coprendo la sua superficie tutto intorno con la pergamena. Dopo aver fatto questo, scrivono ciò che vogliono sulla pergamena, così come è avvolta sulla falce; e quando hanno scritto il loro messaggio, tolgono la pergamena e la mandano, senza il pezzo di legno, al comandante. Questi, quando l’ha ricevuto, non può ricavarne alcun significato, poiché le lettere non hanno alcuna connessione, ma sono disordinate, a meno che non prenda la sua falce e vi avvolga la striscia di pergamena, in modo che, quando il suo corso a spirale è perfettamente ristabilito, e ciò che segue è unito a ciò che precede, egli legga intorno al bastone, e così scopra la continuità del messaggio. E la pergamena, come il bastone, è chiamata scytale, come la cosa misurata porta il nome della misura.
– Plutarco, Vite (Lisandro 19), ed. Bernadotte Perrin.
A causa delle difficoltà nel conciliare la descrizione di Plutarco con i resoconti precedenti, e le prove circostanziali come la debolezza crittografica del dispositivo, diversi autori hanno suggerito che la scytale era usata per trasmettere messaggi in chiaro e che la descrizione di Plutarco è mitologica.