Nel 1276 Tommasa, unica figlia di Gualtieri, conte di Palearia, Manoppello e altri castelli, sposò Subiaco conte di Teate. La loro unica figlia, Maria, sposò Napoleone Orsini nel 1340 e gli portò tutti i possedimenti e i titoli della madre. Napoleone Orsini acquisì a suo modo grandi territori in Abruzzo e fu conosciuto come il conte di Manoppello, San Valentino e Palearia. Da quel momento la famiglia Orsini ebbe grande importanza nella storia dell’Abruzzo.
Nel 1405 gli Orsini persero Manoppello, Turri, Letto, Casale in Contrada, Roccamorice e Manerio, quei feudi furono venduti a Chieti. L’anno seguente persero anche Guardiagrele. Nel 1438 Niccolò Orsini (di Pier Giovanni Paolo, figlio di Napoleone III Orsini) era signore di Manoppello; nel 1450 Orso Orsini, ultimo fratello vivente di Giovan Paolo, era signore di Manoppello e ricevette dal re Alfonso d’Aragona anche la Valle Siciliana e San Valentino.La grande contea di Manoppello comprendeva allora anche Rocca Montepiano, Pretoro, Fara Filiorum Petri, Rapino.
Nella seconda metà del XV secolo gli Orsini furono considerati ribelli e privati dei loro feudi che furono ufficialmente trasferiti al Comune di Chieti nel 1470. Pardo Orsini poté rientrare in possesso dei suoi feudi, ma essi furono definitivamente persi quando Carlo VIII scese in Italia nel 1495. Gli rimase solo la Valle Siciliana e alcuni feudi minori.
Nel 1523 rinunciò finalmente anche alla Valle Siciliana e divenne un sostenitore di Francesco I di Francia, nella lotta di quest’ultimo re con l’imperatore Carlo V. Nel 1527 Manoppello, per qualche tempo ancora sotto gli Orsini, tornò nelle mani dei loro rivali, i Colonna. Agli Orsini rimasero Guardiagrele e pochi altri feudi. Camillo Pardo Orsini si ritirò a vita privata a Roma, dove morì il 27 marzo 1553. La linea Orsini di Manoppello e Valle Siciliana si estinse con la sua morte.