Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che, quando viene scatenata, fa sì che le cellule T “killer” del corpo uccidano le cellule beta del pancreas che producono insulina.
I vaccini per il diabete tentano di impedire alle cellule T di attaccare le cellule del corpo.
Gli studi sono stati in grado di trattare il diabete nei topi, ma un vaccino funzionante negli esseri umani deve ancora ricevere l’approvazione farmaceutica.
Sperimentazione del vaccino Diamyd
Diamyd Medical è una società svedese che sta intraprendendo una sperimentazione sugli esseri umani per vedere se il loro vaccino antigene può rallentare o addirittura fermare il diabete di tipo 1 in una fase iniziale del suo sviluppo.
La fase III della sperimentazione è stata divisa in due regioni, Europa e Stati Uniti, con 320 partecipanti che prendono parte a ciascuna.
Se la sperimentazione europea dovesse avere successo, Diamyd Medical potrebbe fare domanda già entro la fine del 2011, per commercializzare il vaccino in Europa.
Aggiornamento: 10 maggio 2011
Gli studi di fase III in Europa hanno mostrato che il trattamento Diamyd non è riuscito a preservare la funzione delle cellule beta dopo 15 mesi
L’azienda sta valutando come procedere con la ricerca e lo sviluppo del trattamento.
Vaccino con nanoparticelle
L’Università di Calgary è una delle università che hanno sviluppato con successo un vaccino che funziona nei topi Il vaccino è nuovo in quanto utilizza minuscole nanoparticelle armate di antigeni per stimolare le cellule T “regolatrici” del corpo che aiutano a controllare le cellule T “killer”.
Essenzialmente, questo impedisce che la risposta delle cellule “killer” vada fuori controllo e uccida le preziose cellule beta del corpo.
La notizia della svolta è apparsa nell’aprile 2010 e la licenza per sviluppare il vaccino è detenuta da Parvus Therapeutics, parte dell’Università di Calgary.
Immunomodulatori naturali
Una collaborazione tra il King’s College di Londra e l’Università di Bristol ha ricevuto una sovvenzione di 10 milioni di euro all’inizio del 2010 per continuare la loro ricerca per trovare un potenziale vaccino contro gli effetti anti-immunitari del diabete di tipo 1.
Le due università hanno lavorato insieme per un certo numero di anni e useranno la sovvenzione per mettere insieme le menti migliori per studiare nuove soluzioni.
Il dottor Colin Daya, direttore dell’unità di ricerca clinica al Bristol Royal Infirmary (BRI), sottolinea che la loro ricerca è meno in quella di un vaccino, in quanto un vaccino è uno che aumenta il sistema immunitario, mentre la ricerca per prevenire il diabete di tipo 1 è più sulla modulazione del sistema immunitario del corpo.