warsan shire ha scritto per
le donne che sono ‘difficili’ da amare.
ha detto
sei un cavallo che corre da solo
e lui cerca di domarti.
warsan shire ha scritto per
le donne che sono ‘difficili’ da amare.
ha detto
Sei un cavallo che corre da solo
e cerca di domarti.
Sai che
ho incontrato dei cavalli
che corrono da soli.
e quello che è successo è che
sono un uomo.
e se ti capita di essere un uomo
e vuoi amare un cavallo
che corre da solo
devi ascoltare. preoccuparti.
e essere pronto a camminare da solo.
perché il cavallo deve correre
perché il cavallo è più forte
più profondo. anche più saggio di te
perciò devi ascoltare profondamente più
di quanto devi parlare.
ma la cosa che voglio veramente dire,
essendo un uomo scalzo,
che ha trascurato le macchine
e i beni della casa del signore,
è che ho notato alcuni
alcuni cavalli,
quando trovano un uomo scalzo,
cercano di fidarsi di lui. addirittura lo amano.
ma il cavallo ha ferite aperte
dagli uomini con le scarpe prima
e corrono
così disperatamente che
le ferite continuano ad aprirsi e aprirsi.
perché per guarire bisogna smettere di correre e,
anche per un po’, restare.
ma i cavalli continuano a dirsi
‘sei un cavallo che corre da solo’
e anche quando non cerca di domarti
ogni rumore è un allarme
ogni movimento è un innesco.
così i ricordi del cavallo impediscono il presente.
e se vedi alcuni di loro correre
difficilmente potresti capire quale sia
sentire il vento come libertà o
calpestare la terra come disperazione.
tra le cicatrici e le ferite
segni di battaglia e di sopravvivenza
c’è uno scarto insidioso tra
essere soli e feriti e
essere soli e liberi.
Non sto dicendo che potrei ottenere
le cose che non ho mai vissuto ma sentito
o anche capito qualcosa che non ho fatto.
Sono un uomo. non un cavallo.
né un cavaliere. e nemmeno un infermiere.
ma essere un uomo scalzo
che cammina da solo
cercando di amare i cavalli
senza cavalcarli
mi ha fatto notare
che ‘difficile’ amare
non è impossibile. Ma
il cavallo deve permettersi
di ricevere amore, fianco a fianco,
e alcuni di loro
credono così tanto nella bugia del ‘difficile’
che hanno
scelto di non
o semplicemente
non possono.