Alexander McGillivray visse fino all’età di 14 anni nel posto di commercio di suo padre sul fiume Tallapoosa. Sua madre apparteneva a un clan degli indiani Creek ed era per metà francese; suo padre, scozzese, era un commerciante con influenza politica tra i Creek. Nel 1773 McGillivray andò a Charleston, S.C., e poi a Savannah, in Georgia, dove ricevette una buona educazione. Lavorò poi in una ditta mercantile e continuò a studiare storia.
Durante la rivoluzione americana, il padre di McGillivray servì gli inglesi. Poiché era un lealista, le sue proprietà furono confiscate e lui fuggì in Scozia; McGillivray tornò dal popolo di sua madre. Dopo la guerra, l’alleanza di McGillivray con i commercianti britannici nella Florida spagnola contro gli americani fu di grande importanza, perché, alla morte della madre, il consiglio lo scelse come capo tribù. Presto fu chiamato imperatore della nazione Creek, un titolo che gli piaceva molto.
L’obiettivo di McGillivray era quello di formare un’alleanza di indiani del sud e usare l’aiuto dell’Inghilterra e della Spagna per costringere gli Stati Uniti a ritirarsi dalla Georgia, Kentucky e Tennessee. Nel 1784 firmò un trattato con la Spagna che lo rendeva colonnello con uno stipendio di 50 dollari al mese. In cambio la Spagna avrebbe monopolizzato il commercio con i Creeks, e McGillivray avrebbe dovuto espellere gli americani.
Odiando gli americani per aver confiscato le proprietà della sua famiglia, McGillivray iniziò una guerra contro gli Stati Uniti; presto si combatterono battaglie dalla Georgia a Cumberland, Tenn. Questa guerra ebbe così tanto successo che nel 1787 un agente del Congresso visitò McGillivray. Probabilmente il capo Creek suggerì che i Creek fossero organizzati e ammessi come stato. Quello stesso anno gli spagnoli smisero di fornire munizioni a McGillivray. Questi rifornimenti ripresero nel 1789, ma gli spagnoli non si fidarono mai più completamente di lui.
Con l’organizzazione di un governo americano più forte, il presidente George Washington mandò degli agenti a negoziare con i Creek. Il primo tentativo fallì. Ma nel 1790 McGillivray fu convinto a recarsi a New York City; lì ripudiò il suo trattato con la Spagna e firmò un accordo con gli Stati Uniti cedendo alcune terre dei Creek e facendolo diventare generale di brigata con una paga di 1.200 dollari all’anno. Con il suo reddito McGillivray divenne proprietario di tre piantagioni e 60 schiavi.
Poco dopo il suo ritorno da New York, McGillivray fece un nuovo accordo con la Spagna ripudiando il trattato di New York; ricevette dagli spagnoli 2.000 dollari all’anno (aumentati poi a 3.500 dollari all’anno). Il 17 febbraio 1793, mentre stava negoziando con gli spagnoli per creare un’altra confederazione indiana da opporre agli Stati Uniti, morì di febbre.